La frase “Non ho tempo per stare male” è diventata una sorta di mantra moderno nelle vite frenetiche di oggi. Tuttavia, dietro questa affermazione si cela spesso un disagio profondo che non trova spazio né tempo per emergere: ansia e depressione nascoste dietro la maschera di una vita iper-impegnata.
Ansia e depressione: una crisi invisibile
Nell’era contemporanea, caratterizzata da ritmi veloci e aspettative elevate, ansia e depressione sono diventate patologie sempre più diffuse, specialmente tra coloro che vivono in contesti altamente performanti.
La pressione continua per raggiungere obiettivi personali e professionali non lascia spazio per ascoltare il proprio disagio interiore.
Questa condizione genera spesso una sorta di paradosso: si cerca di sopprimere la sofferenza emotiva aumentando il carico di lavoro e gli impegni, convinti che “non avere tempo per stare male” significhi essere al riparo dalla vulnerabilità psicologica. In realtà, così facendo, i sintomi dell’ansia e della depressione tendono a cronicizzarsi e peggiorare.
Perché l’iperattività nasconde il disagio?
Dal punto di vista psicanalitico, impegnarsi costantemente in attività può essere interpretato come un meccanismo di difesa inconscio per evitare di confrontarsi con emozioni dolorose o paure profonde. Chi vive una vita piena di impegni e responsabilità spesso pensa che rallentare equivalga a fallire o perdere il controllo, amplificando così il rischio di sviluppare o aggravare disturbi d’ansia e depressivi.
I segnali da non sottovalutare
Anche se si cerca di non ascoltare il proprio corpo, l’ansia e la depressione inviano segnali chiari:
- Disturbi del sonno Irritabilità e difficoltà di concentrazione
- Stanchezza cronica Isolamento sociale nonostante l’apparente iperattività
- Mancanza di piacere nelle attività che prima erano soddisfacenti Riconoscere questi segnali è il primo passo verso una gestione consapevole del disagio.
La soluzione: dare spazio al benessere emotivo
Prendersi cura della propria salute mentale significa riconoscere che “avere tempo per stare male” non è una debolezza, ma una necessità. Fermarsi, ascoltare i propri sentimenti e, senecessario, chiedere aiuto psicologico professionale è essenziale per evitare che l’ansia e la depressione compromettano seriamente la qualità della vita.
Integrare pause rigeneranti, praticare mindfulness e affrontare la terapia psicanalitica possono aiutare a trasformare l’iperattività tossica in una vita equilibrata e consapevole.
Conclusione
In definitiva, “non avere tempo per stare male” non deve diventare un ostacolo al proprio benessere psicologico. È fondamentale rallentare, ascoltarsi e concedersi il diritto di stare male per poi stare meglio. Prendersi cura della propria salute emotiva non è tempo perso, ma investito per un futuro più sereno e autentico.
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